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Illustratrice, fotografa, aiuto scenografa, grafica multimediale, art director e finanche attrezzista di scena per il cinema e il teatro, Elena Parisi non si può dire certo che manchi di una poliedrica esperienza lavorativa nel campo dell’arte. Questo le ha permesso di assemblare dentro di sè un bagaglio culturale molto ricco che si traduce in una spiccata attitudine alla creazione immaginifica. Attraverso le trasformazioni dell’immagine, infatti, cerca di far emergere, evocandole visivamente, le varie componenti dell’io, identificando così quelle parti nascoste e troppo spesso inascoltate che giacciono nell’animo di ogni individuo.

Come la fotografia non è copia esatta del reale, ma una sua interpretazione, così Elena Parisi interpreta a livello psichico i suoi soggetti esasperando il sentimento che li abita al momento dello scatto. Un vantaggio è per lei lavorare con gente dello spettacolo, soprattutto ballerini, che già di per sè hanno una corporeità e una potenza espressiva amplificata. Un’avvolgente aura sensuale ricopre gli scatti dai colori vividi che l’artista ottiene praticando il ritocco digitale. Perdendosi le coordinate cromatiche appartenenti alla vista quotidiana si aprono porte inesplorate su fantastici mondi esoterici dove vengono concessi libertà ed abbandono.

Elena Parisi, figlia d’arte del noto fashion designer Marcello Parisi, si è occupata per molti anni dell’azienda paterna disegnando tessuti per l’alta moda e linee di accessori limited edition vendute nei più importanti store internazionali. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 2000, inizia a differenziare la sua attività artistica, allargando ad altri settori della creatività il suo curriculum professionale.

L’approfondita conoscenza della grafica digitale e del 3D le permettono di maturare uno stile originale e unico nella creazione d’immagini, tecnica applicata soprattutto alla fotografia. Gli elaborati finali vengono stampati su metallo, specchio e tela, tutti materiali scelti in base alla loro particolare capacità di accentuarne le finalità poetico-epressive.

   Cristina Guerra


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